giovedì 17 dicembre 2009

A loro la parola #1

D'ora in avanti voglio lasciare un po' di spazio a loro. Lasciare a loro il compito di riempire queste pagine virtuali di emozioni, pensieri e parole.
Per ognuno arriverà il momento più opportuno, quando le onde del cuore e della mente troveranno un attimo di qiuete nel mare in tempesta della creazione...


Contributo di Silvia Alfei:
Quel che tento di tradurvi è più misterioso, s'aggroviglia alle radici stesse dell'essere, alla sorgente impalpabile delle sensazioni
J. Gasquet, Cèzanne

"Un passo dopo l'altro. E' così che ogni giorno affronto il percorso nel tentativo di arrivare alla presentazione del lavoro ad aprile.
Quando entro in sala prove cerco di azzerare, riprendendo in mano il lavoro ogni volta cercando nuove suggestioni ed esperienze che aiutino a far emergere qualcosa che mi sorprenda.
Spesso il "silenzio" del lavoro è troppo rumoroso, altre volte invece è una buona condizione in cui trovare totale libertà di azione e pensiero. Si cerca, si trova e si perde, si fanno scelte, le si scarta, le si riprende; un altalenarsi di umori che variano, di movimenti, di un corpo gettato nello spazio con tutto il suo immaginario.
Il dialogo con i compagni di viaggio è utile, avvincente e ogni incontro arricchisce il mio bagaglio di qualcosa che riapre le idee e stimola a riconsiderare il progetto sotto nuovi punti di vista.
Mi pare un buon viaggio, nonostante momenti fragili insiti in questa fase in cui bisogna cominciare a fare delle scelte.
Un viaggio movimentato, come deve essere per noi che viviamo danzando.

Sono concentrata tra le prove, la lettura, la ricerca, ogni tanto prendo piccole pause nella mia fredda Milano e mi accorgo che c'è un albero enorme in Piazza del Duomo che pare lo abbiano scagliato li in mezzo degli alieni. Ok, meglio tornar di corsa in sala prove allo spazio AL3 di via Cèzanne..."


Ci sarà altro tempo per conoscere meglio Silvia, ma non affrettiamo le cose...

1 commento:

  1. "Sono concentrata tra le prove, la lettura, la ricerca, ogni tanto prendo piccole pause". E' interessante vedere come nel contemporaneo ci sia uno spazio (fondamentale) per la lettura e le pause. E' un corpo pensante quello di Silvia, e ci auguriamo che le sue pause e letture siano sempre più visibili in scena. Non dimentichiamoci che il danzatore non è solo corpo ma anche un cervello, un intellettuale, un artista. deve avere una sua posizione precisa nel mondo, nella società, nella politica e nella cultura e questo lo si fa quasi esclusivamente elaborando un pensiero sulla propria vita. in bocca al lupo!

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